Eco Fashionista

RiverBlue, il documentario sull’impatto ambientale del denim

impatto ambientale produzione jeans

Quanta acqua serve per produrre un paio di jeans? E quanta acqua si inquina per produrre lo stesso paio di jeans? Le risposte a queste (e altre) domande che tutti dovremmo farci almeno una volta si trovano nel documentario RiverBlue, vincitore di una sfilza di premi cinematografici di tutto rispetto. In Italia è stato presentato al Fashion Film Festival lo scorso settembre ed è stato proiettato anche durante l’edizione spin-off organizzata nei giorni scorsi all’interno di White Street Market, ma si può vedere anche online su diverse piattaforme. La produzione del denim è uno dei comparti più inquinanti dell’industria della moda; RiverBlue ne indaga l’impatto ambientale ai quattro angoli del globo, mostrando anche quali possano essere le soluzioni da adottare per il futuro. Narrato dalla voce di Jason Priestley (proprio lui, il ‘bravo ragazzo’ di Beverly Hills 90210 è diventato un sostenitore dell’ambiente), il documentario segue Mark Angelo, ambientalista noto a livello internazionale per il suo impegno a favore della conservazione dei fiumi, nei suoi viaggi per documentare il degrado delle principali vie d’acqua al mondo. In Cina, India, Bangladesh, Indonesia, Africa, ma anche in Occidente, fiumi incontaminati sono oggi al collasso a causa dell’industria tessile. Girato in 5K, contiene immagini suggestive quanto shockanti e mette a fuoco un tema di cui si parla ancora troppo poco.

La buona notizia? Un numero sempre crescente di persone stanno iniziando a mettere in discussione lo status quo.

Quando il denim sostenibile è Made in Italy

Il desiderio di informazione da parte del pubblico è emerso anche durante il talk organizzato a margine della proiezione di RiverBlue, con gli interventi di Marina Spadafora di Fashion Revolution Italia, Matteo Ward, fondatore del brand Wrad, e Luigi Caccia di ItalDenim, azienda lombarda in cui si applica un innovativo processo produttivo che permette di risparmiare acqua ed evitare l’uso di sostanze chimiche, mostrato anche nel documentario.

Rispondendo alle domande delle persone presenti in sala, infatti, Spadafora ha espresso la previsione che il cambiamento arriverà dal basso partendo da ognuno di noi, ma dovrà anche essere aiutato da legislazioni che favoriscano trasformazioni positive nell’industria. Per diffondere la consapevolezza di quanto siano importanti le nostre scelte ogni volta che facciamo un acquisto, Fashion Revolution Italia sta portando avanti diverse iniziative nelle scuole con attività interattive e innovative per “catturare” l’attenzione dei più giovani.

I libri per capire il fast fashion e la moda sostenibile

Lascia un commento
*
*
*

Instagram

La risposta da Instragram non aveva codice 200.